Il 19 Ottobre si è spento a Firenze Alberto L’Abate, ‘padre nobile’ della nonviolenza italiana.
Era un sociologo, studioso dei conflitti e della prevenzione della guerra, attivo in manifestazioni e movimenti non violenti, sempre in cammino per la Pace.
Cammino che lo ha portato dalla Sicilia al Kosovo, di fianco a chi il conflitto lo subiva, come ambasciatore di pace, come professore e formatore, come ricercatore, seguendo la scia dell’amico Aldo Capitini.
Grazie Alberto per il tuo impegno e per la testimonianza che sei!
in basso, riportiamo il saluto di Olivier Turquet, giornalista amico di Alberto:
“Come tutte le persone buone Alberto continua a camminare, nella luce, nel sentiero che ha percorso per tutta la vita, il sentiero di coloro che sognano un mondo migliore.
Noi che restiamo qua, provvisoriamente, nel mondo della vita densa, possiamo e dobbiamo lenire la tristezza di non poter più condividere qui il fratello, l’amico, il maestro, il compagno di lotta ricordando che nulla abbiamo perduto della sua gentilezza, della sua fragilità, del suo ascolto, del suo humor, della sua saggezza.
Le ultime immagini che ho di lui sono di pochi giorni fa durante la riunione dei Disarmisti Esigenti per avanzare nell’azione per la firma del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: a Firenze aveva appena messo in moto un gruppo di lavoro e di azione per quest’importante obiettivo pacifista e nonviolento. Lì pensavo di vederlo la prossima volta.
Sicuramente, passato questo momento di distacco, sarà utile e necessario riflettere e raccontare quanto è stato importante il suo contributo di idee, di sentimento e di azione a favore della causa della Pace, della Nonviolenza, di un mondo migliore. In questo momento, semplicemente, abbracciamo la famiglia, gli amici e prendiamo il solenne impegno di portare avanti, con le nostre possibilità, le sue idee, lotte, aspirazioni sapendo che questo è il modo migliore di ricordarlo, onorarlo e ringraziarlo.
Arrivederci, Alberto !!”
“Alberto era un caro amico, con cui abbiamo anche vissuto un periodo insieme in Kossovo prima che scoppiasse la guerra; era un amico della Nonviolenza che ci ha fatto conoscere la generazione di combattenti di una guerra senza odio che ci ha preceduti.
Crediamo sarebbe contento di sapere che continueremo sulla strada indicata da Dolci, Milani, Balducci, Lanza del Vasto…
Una persona umile e determinata, mai violenta.
Un abbraccio alla famiglia e agli amici.”