” L’umanità dell’uomo povero diventa il «luogo sacro» attraverso cui Lorenzo Milani può pienamente assumere il suo essere-nel-mondo. Ciò significa guardare alla realtà del mondo secondo giustizia e verità.
Possibilità, questa, concessa a chi sappia abbracciare la «ineccepibile cattedra della povertà».
Così si esprime Lorenzo Milani in occasione d’una conversazione con Giorgio Pecorini, da questi registrata e trascritta: «Tutto quello che io dico son cose che ho trovato nel Vangelo e nella vita, perchè le ho volute trovare e perchè amavo determinate persone. Siccome amavo un mare di persone che appartengono all’ambiente dei poveri, qualunque testo io legga, qualunque incontro io faccia, tutto mi conferma per le teorie a favore dei poveri. tutta la mia teologia, la mia filosofia, la mia politica la costruisco sui miei affetti. è il cuore che fa pensare, che fa vedere il giusto e lo sbagliato in politica, in filosofia, in religione. Allora la cosa più importante è, usciti di seminario, usciti dai libri, infilare immediatamente nell’ambiente più povero, più grigio di tutti, in modo che poi la mente, automaticamente, cercherà tutte le ragioni favorevoli a queste persone che si amano; e siccome le ragioni giuste son quelle dei poveri, l’importante è innamorarsi lì» “
“L’ebreo don Milani”,
Levrero