Dal 1963 il termine “giusto”, però, viene esteso a coloro che in tempo di conflitto, guerra o genocidio hanno deciso di opporsi alla logica del “salva prima te stesso” ed hanno aiutato anche una sola persona a fuggire dal suo triste destino. Ma a questo punto è lecito chiedersi se queste esperienze siano utili, se sapere che queste persone esistono e sapere la loro storia ci porta a capire qualcosa di più anche delle loro guerre o delle situazioni in cui hanno vissuto; qualcuno poi si chiederà se vedere i conflitti con la lente dei “giusti”, e quindi vedendo anche e soprattutto il bene, non rischi di sminuire e di rendere meno gravi gli effetti di un conflitto.
Per capire meglio la loro utilità, però bisogna calarsi nei loro panni e studiare prima di tutto la loro esperienza personale, chiedendosi sempre se saremmo stati capaci di fare lo stesso.
Vi proponiamo quindi la storia di un “giusto”:
Le Leggi Fascistissime in Italia tra le altre restrizioni portarono, nel 1928, alla soppressione dei gruppi scout nelle piccole città, quelli rimasti dovevano comunque sottostare alle regole dell’Opera Balilla. Tra i tanti gruppi scout che dovettero deporre la fiamma, ce ne furono alcuni che continuarono clandestinamente le loro attività: tra gli altri vengono ricordati alcuni ragazzi dei gruppi scout di Milano e Monza, che passarono alla storia col nome di Aquile randagie. Questi ragazzi non solo continuarono illegalmente le loro attività, ma ebbero, dopo l’armistizio, un ruolo fondamentale. Essi infatti, assieme ad alcuni partigiani fondarono l’O.S.C.A.R. (Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati). Questa organizzazione aveva come scopo quello di salvare coloro che venivano perseguitati del regime: fornivano documenti falsi per scampare a eventuali controlli e davano nuove identità, poi trovavano un rifugio sicuro e successivamente li accompagnavano al confine con la neutrale Svizzera, attraverso cui potevano scappare e raggiungere la salvezza. Attraverso l’azione delle Aquile Randagie, in venti mesi, vengono aiutati 850 prigionieri di guerra, 100 ricercati politici, 500 tra ebrei, 200 ricercati vengono sottratti all'arresto e messi in luoghi sicuri. Prendendo in considerazione l’O.S.C.A.R. contiamo 2.166 espatri clandestini e 3.000 documenti falsificati. L’esperienza delle Aquile Randagie e dell’OS.C.A.R., più vicina a noi, può farci vedere come tutti possiamo essere strumento di coraggio civile, basta essere fedeli ai propri ideali e non farsi scoraggiare da chi tenta ogni giorno di screditarci.