Ciao a tutti,
ecco altri racconti da una vacanza vissuta in modo speciale in Romania, al passo gioioso degli ultimi! Buona lettura
“Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2, 12)
Dopo l’esperienza a Bucarest, non posso che fare ritorno a casa per un’altra strada.
Questi giorni sono stati tanti piccoli e grandi fulmini che hanno illuminato, in modo anche violento a volte, alcuni grigi della mia vita. Scrivendo rivivo le contraddizioni che ho incontrato: bambini cresciuti in un quartiere di morte che esprimono vita, anziani abbandonati che affidano il proprio dolore, disabili fermi in un letto che guardandoti muovono maree. E ancora: senza fissa dimora ubriachi che richiamano il silenzio per pregare Dio, ragazzi delle comunità terapeutiche che si fanno riempire dall’incontro con l’altro, giovani che lasciano i propri agi per entrare nel disagio.
Non posso allora che rientrare in un altro modo nella mia quotidianità, con occhi nuovi per vedere il fratello che ho accanto, mani pronte a sporcarsi e cuore aperto all’accoglienza. Non posso che mettermi in moto perché anche a me spetta il compito di “lasciare il mondo un po’ meglio di come l’ho trovato” (Baden Powell).
Ringrazio Dio per avermi accompagnato in questa esperienza che mi ha interrogato sul senso della mia vita. Porto a casa tante domande: Come posso fare qualcosa di grande nella mia vita? Come posso incidere su ciò che crea sofferenza e disagio? Qual è il mio posto? Cosa voglio lasciare al mondo?
Ho portato a casa anche un invito: “Vieni e seguimi.” (Mt 19, 21).
È stato un ritorno all’essenziale della vita, al cuore del Vangelo: l’amore per gli ultimi. Il cuore è colmo.
Giulia Riboli