Il nostro doveva essere un “ Campo sbarchi” ma a causa della legge Minniti poco prima entrata in vigore, gli sbarchi previsti nei porti italiani sono stati sospesi.
Dal 7 al 17 agosto 2017 il gruppo giovani della zona Toscana ha organizzato un campo Fuori Le Mura in terra calabria. I dieci giorni vissuti a Reggio Calabria nascono dalla voglia di dare continuità all’esperienza del Capodanno Fuori Le Mura 2017 che ha coinvolto alcuni dei giovani provenienti da diverse zone d’Italia.
L’aspettativa, diversa da quella del capodanno, era quella di poter partecipare e rendersi disponibili per aiutare nelle operazioni di sbarco ed accogliere i migranti ma questo non è stato possibile. Non a caso avevamo scelto di chiamare il nostro campo “ aMare avVolti di GIOIA”, infatti sono stati tanti gli incontri, i volti nuovi che abbiamo conosciuto, e i racconti che abbiamo ascoltato di chi ha scelto di spendere la vita e le proprie energie per non tacere e rispondere in maniera concreta di fronte all’ingiustizia, e la formazione da parte di coloro che si sono coinvolti a più livelli sul tema dell’immigrazione.
Francesca racconta come “ La parola chiave delle giornate trascorse a Reggio Calabria è stata INCONTRO perché di incontri ne abbiamo vissuti tanti con i ragazzi di casa Annunziata e delle altre strutture di accoglienza, all’Help Center della stazione, dagli incontri più cercati con le ragazze di strada fino a quelli più inaspettati, ma non meno intensi, sulle strade di Reggio. Volti, sguardi e segni sulla pelle è ciò che ho visto e toccato con mano; sono stata letteralmente colpita dal coraggio e dalla perseveranza di alcuni volontari e testimoni di ingiustizie e crudeltà.. “
Il quartier generale del campo è stata casa Annunziata, realtà di accoglienza per minori profughi non accompagnati, così abbiamo avuto la possibilità di giocare e conoscere meglio i ragazzini che vi abitano e di comprendere come funzionano i centri di accoglienza grazie anche alla formazione di Giovanni Fortugno, responsabile della casa. Le tantissime attività che abbiamo fatto sono state pensate mettendo al centro l’Incontro con l’Altro, con il Povero, l’Emarginato.
Raccontando dell’esperienza di Reggio Calabria, Alessandro, uno dei giovani partecipanti, mette al centro l’importanza di aver conosciuto la realtà delle cose e di aver avuto la possibilità di aprire la propria mente specialmente quando si è messo in dialogo con le persone conosciute all’Help Center, centro di ascolto situato nei locali della stazione di Reggio e coordinato dalla Caritas diocesana.
Dal diario dei giovani raccontavamo:
Due pomeriggi pieni di volti,di storie, di giovani profughi e barboni di Reggio Calabria: ieri e oggi abbiamo fatto servizio al centro di primo ascolto e le storie di ciascuno si intrecciano, sono ragazzi senza un presente, alcuni vivono sui treni abbandonati in stazione, senza alcuna possibilità di trovare un’occupazione, soli. Abbiamo iniziato ad invitare chiunque alla nostra festa di ferragosto, un buffet di Provvidenza che sarà allestito alla stazione centrale martedì sera. Stasera abbiamo mandato i responsabili di casa Annunziata a cena fuori e siamo rimasti a cenare e giocare coi ragazzini della casa. Bellissimo! A mezzanotte ha avuto inizio la nostra adorazione notturna in cappellina che si protrarrà fino alla messa di domattina, una meraviglia!!
Mettendoci in dialogo con i giovani profughi che abbiamo conosciuto all’Help Center abbiamo avuto la possibilità di entrare nelle loro “case” nonché i vagoni dei treni abbandonati sui binari morti della stazione. Siamo rimasti senza parole vedendo le precarie condizioni igieniche, e soprattutto quello che è nato dentro alcuni di noi è il senso di inquietudine e di far conoscere a quanti ignorano questa situazione.
La festa di Ferragosto è stata una vera e propria testimonianza per quanti passavano dalla stazione. Abbiamo festeggiato il giorno di ferragosto con i poveri della stazione , alle 17 santa messa nella cappellina della stazione, a seguire abbiamo proposto la pulizia del piazzale antistante ed è stato molto bello vedere la partecipazione di tutti a quel momento di impegno richiesto. La Calabria è una terra bellissima ma molto molto sporca. A seguire buffet, musica e festa con tanti immigrati di molte etnie e alcuni senza dimora italiani, fino a concludere con un bel momento di preghiera interculturale, i neri che pregano ringraziando sempre il Signore nonostante le condizioni di indigenza e difficoltà (gli stessi che vivono sui vagoni abbandonati) ci fanno sempre una gran testimonianza di fede.
“Pensando all’esperienza di Reggio Calabria sono tantissimi gli incontri, i gesti e gli sguardi che mi sono rimasti nel cuore: i ragazzi di casa Annunziata, il cimitero di Armo dove sono seppellite le vittime di un naufragio, i ragazzini eritrei conosciuti durante la cena di strada, le ragazze incontrate durante la notte … ma ancora di più è il senso di responsabilità che mi porto dietro. Abbiamo avuto l’opportunità di vedere, di conoscere fino in fondo la realtà, e proprio come diceva don Oreste, adesso non possiamo più far finta di non vedere. A casa mi porto questo senso di inquietudine, di voler fare di più, di voler salvare il mondo, ma sono cosciente che da sola posso fare poco, niente. Allora, quello che sono chiamata a fare, che siamo chiamati a fare, è l’essere Antenna, Megafono di coloro che abbiamo incontrato cercando di mantenere vivo il fuoco della Giustizia che si è acceso dentro di noi” e come faceva notare Francesca, “le parole ascoltate per me e credo per tutti noi sono solo una spinta in più per “aMare avVolti di Gioia!”
Per il Capodanno 2018 è previsto un campo a Reggio Calabria, per maggiori informazioni :
condivisionegiovanitoscanapg23@gmail.com