Il Don ci invitava sempre a Trasgredire, ad essere dei trasgressori, a non starci con ciò che non va nella società, ad andare oltre. Per ricordarlo nel decennale della sua morte, abbiamo seguito il suo invito.
Invece di festeggiare Halloween, la notte del 31 Ottobre, come hanno fatto in molti (o forse tutti gli altri), tutti i giovani che hanno partecipato al convegno Una vita X amare dalle 22 alle 2 di notte sono andati in strada a incontrare senza fissa dimora, ragazze vittime di tratta, nomadi e ragazzi in carcere.
Così, fuori le mura di Rimini, dove molti altri si divertivano indossando maschere, noi abbiamo provato a trasgredire togliendo le nostre e a far cadere tutto ciò che ci allontana dall’incontro con l’altro, tutti i nostri pregiudizi, le nostre paure, la noia, e a condividere, semplicemente, portando ciò che siamo e pronti ad accogliere l’altro, come ci ha insegnato il Don. Fuori le mura di Rimini, abbiamo ringraziato don Oreste.
Prima di iniziare la serata ci siamo fermati un momento, siamo saliti sui pulmini portandoci dietro una frase di don Oreste: “C’è differenza tra servizio e condivisione. Il servizio chiede la prestazione, la condivisione chiede l’appartenenza. Il povero che incontri è un cuore da capire, non uno stomaco da riempire”.
Se tra chi legge c’è qualcuno che ha partecipato alla Notte di Don Oreste, sarebbe bello che scrivesse cosa ha vissuto!
Molto bella l’esperienza con la Capanna! Grazie !!
io la Notte di don Oreste l’ho passata insieme al popolo sinti di Rimini. Era tardi, faceva freddo e il peso della giornata intensa si faceva sentire: ero stanca. Eravamo due pulmini, siamo arrivati in questo campo pieno di roulotte. E semplicemente ci siamo fatti accogliere.
Era bello vedere che ognuno ci teneva a raccontarsi, a donare la propria storia, la propria vita. E via con ricordi da bambini, sogni, rabbia per le discriminazioni che fa la gente, tutto il un clima di casa, semplice, con un buon the caldo tra le mani.
Quello che mi stupisce sempre, ogni volta che incontro, è la bellezza del riscoprirsi fratelli. Scoprirsi uguali, pur nella diversità che siamo, scoprire l’altro tanto simile a te nei suoi sogni, nelle sue speranze, nelle sue paure, nella sua semplicità. Nella sua umanità.
Così, in una roulotte si canta Margaritas e poi si strimpellano ballate rumene.
è bello