La notte del don faceva davvero freddo fuori sulla strada. E forse è stato il freddo a dare valore all’andare ad incontrare.
Credo che ciò che mi è rimasto più impresso sta volta non sono stati gli incontri fatti (in realtà era molto tardi e abbiamo trovato solo un napoletano di nome Antonio ancora sveglio ad aspettarci) ma quei giovani che portano avanti la Capanna di Betlemme e che gli incontri li vanno a fare noi sera. Lo scelgono per la loro vita. Davide a 21 ha lasciato il suo posto di lavoro sicuro per andare a vivere con i senza fissa dimora.
“Mi mancava qualcosa, dice, adesso vado a dormire la sera tardi,magari alle 2 e poi sveglia alle 7 per preparare la colazione per tutti, ma tutto ha un senso diverso.”
Ecco, è stato sentirgli chiamare per nome ogni persona sdraiata sulla strada e vedere la semplicità con cui si approcciavano con ciascuno di loro la vera ricchezza.
Irene Martino