Davide ha 20 anni, siciliano di nascita, vive a Rimini insieme ai senza fissa dimora nella Capanna di Betlemme da Luglio. Così racconta:
“Alle sette e mezza la sveglia del cellulare suona, ma io sono già sveglio dalle quattro. Sono appoggiato alla porta del Pronto Soccorso di Rimini a parlare con Erjon, sdraiato su un lettino dopo una notte tra dolori e ambulanza. Ha 63 anni, viene dall’Ucraina, fino a 6 anni fa viveva in strada, sfogando ogni giorno nell’alcool la sua solitudine e la sua povertà e adesso vive con noi in Capanna.
Un mese fa i medici ci hanno comunicato l’esito della tac: ‘contattate la sua famiglia e rendete l’agonia il meno dolorosa possibile, è pieno di metastasi e il tumore si è espanso’.
Ha un figlio, un’ ex-moglie, dei nipoti e io non credo di essere la persona più giusta per stargli accanto in questo momento. Però ripenso a quando mi raccontava delle giornate che passava a bere o a cercare un posto in cui dormire, mentre adesso la sua preoccupazione è svegliarsi presto il sabato mattina per preparare la colazione ad altre quaranta persone. Quaranta persone in cui si rivede, con le quali si confronta e che per scherzare descrive ‘finti alcolizzati’ (“loro che bevono solo tre litri al giorno”). Ripenso alle volte in cui, dopo essere tornato a notte fonda dal giro in stazione notturno, mi aspettava sveglio per proporsi di preparare lui la colazione al mio posto il giorno dopo, così che io potessi riposare un po’ di più. Ripenso a quelle volte che la sua ‘amante’ gli dava dei cioccolatini e lui ce li portava a casa, per farci un dono e per non offendere lei, convinta che lui ne andasse matto mentre a lui non piacevano. E a tutte le volte in cui ci ringraziava, facendoci sentire importanti, convincendoci che eravamo noi a donare tanto, nonostante fosse lui a trasmetterci la carica per non fermarci.
E allora ripensando a tutto questo, sento che magari non sono l’ultimo che lui vorrebbe accanto, e io dentro di me sento di doverglielo.
Quindi sto qui, in silenzio e disponibile, proprio come lui”
Oggi, 20 Aprile 2017, Petru (vero nome di Erjon) ci ha lasciato.
Ci sarebbero tante cose da dire, tante emozioni da raccontare.
Ma ciò che adesso mi porto nel cuore di Petru è la sua gentilezza pacata, una gentilezza non scontata e accogliente, la sua attenzione verso tutti, la sua serenità. Di persone gentili ne ho conosciute davvero poche, Petru è tra quelle, silenzioso sapeva farti sentire a casa sempre, con semplicità.
https://www.youtube.com/watch?v=2OkrNpZQFbE