La testimonianza di Erica, una giovane che ci racconta la sua esperienza con l’unità di strada della Comunità Papa Giovanni xxiii a Firenze.
“Avevo sentito tanto parlare delle serate passate a fare unità di strada. L’idea di cominciare anche io mi prendeva tantissimo e così, una sera, sono andata col gruppo di Firenze, attivo grazie a mia mamma da qualche mese. La mia prima sera in strada è stata decisamente speciale. Siamo andati sul solito viale, una strada ingiusta perchè piena di ragazze così giovani che quando uno le vede non può che pensare a quanto sia cattivo questo mondo. Mi ha colpito tanto il fatto che le ragazze abbiano circa la mia stessa età, poco più piccole o poco più grandi. Mi sono chiesta come sia possibile fare questa vita adesso, nel momento della giovinezza, in cui sarebbe bello poter essere libere, poter sognare, poter scegliere davvero. Con questa prospettiva, il dialogo con loro per me non è stato fonte di gioia… ma di una infinita tristezza. In quel preciso istante ci avvolgeva il buio di una notte scura, ingiusta, arrabbiata.. e tutte queste cose sono troppo faticose da sostenere per delle ragazzine, lasciate su di un marciapiede. Le due ragazze a cui mi sono avvicinata quella sera erano particolarmente giovani e spaventate, abbiamo scoperto, parlandoci, che erano a Firenze solo da qualche giorno. Abbiamo bevuto il tè con loro e hanno iniziato ad aprirsi con noi. Piano piano si sono tranquillizzate e quando abbiamo proposto di aiutarle, loro hanno parlato un po’ tra sé e ci hanno detto di volerci seguire. Hanno spiegato di non avere nessuno e hanno detto che la strada è faticosa e pericolosa. E così sono salite in macchina con noi, e le abbiamo portate via da quel viale freddo e buio. Prima di portarle alla casa dove avrebbero passato la notte, ci siamo fermati nella parrocchia dove ci ritroviamo di solito col gruppo dell’unità di strada. Hanno mangiato, sono andate un momento in bagno e si sono cambiate i vestiti. Erano terrorizzate per i telefoni che continuavano a squillare, qualcuno le stava cercando. Ma poi, prima di salire in macchina per andare alla struttura, ci hanno salutato con dei sorrisi enormi. Stavano partendo verso una nuova vita. Non sapevano cosa le aspettasse, ecco perchè tanta paura stava con loro. Ma allo stesso tempo ho visto la speranza e la fiducia. Forse davvero sarebbero state salve da quel mondo di violenza, verso un posto più caldo, accogliente, luminoso. Ecco, lo scintillio nei loro occhi, spaventati ma pieni di una gioia speciale mi ha fatto sentire il viale scuro un po’ più illuminato. La notte piena di ingiustizie è stata un po’ rischiarata dalla luce della speranza. Prego col cuore affinchè tutte quelle ragazze che soffrono su quella strada così cattiva, possano trovare una luce di conforto.”